Con Gesù nel deserto

La prima domenica di Quaresima propone sempre il Vangelo di Gesù tentato dal diavolo nel deserto, all’inizio della sua missione pubblica. Quest’anno leggiamo l’episodio nel racconto di Luca (4, 1-13). Intanto un paio di precisazioni:

– diavolo vuol dire divisore, colui che separa, divide, mette contro: l’uomo contro Dio, il fratello contro il fratello, l’umanità divisa e dilaniata da guerre, odio, ingiustizia;

– tentazione è un termine da usare con cautela, riferita a Gesù sta a dire una messa alla prova della sua obbedienza alla volontà del Padre, al disegno divino della salvezza. Gesù ne esce lottando, resistendo, opponendo la forza efficace della Parola; ciò può aiutarci a inquadrare correttamente le nostre “tentazioni”, e quindi a verificare se e come le respingiamo.

La prima delle tre tentazioni riguarda i desideri materiali, il bisogno di cose. Qui si tratta del pane, al termine di un lungo digiuno. Gesù viene sfidato a compiere un prodigio a proprio vantaggio, in fin dei conti per un bisogno giusto ed essenziale (quante cose sbagliate si fanno “a fin di bene!”). Fare discernimento sulla propria vita a partire da questa tentazione è chiedersi come ci muoviamo tra bisogni e necessità vere da una parte e, dall’altra, bisogni indotti desideri di cose inutili o dannose, cedimenti al consumismo. La prima tentazione e la risposta di Gesù – “Non di solo pane vivrà l’uomo” – dovrebbero orientarci (o meglio: convertirci) a uno stile di vita sobrio ed essenziale. Ma la tentazione del pane chiede anche vigilanza sugli scenari planetari, su questo mondo in cui un gruppo sempre più ristretto di persone detiene la gran parte della ricchezza. La deriva del potere economico/finanziario è davvero diabolica, tanto che papa Francesco ha affermato: “Questa economia uccide!”.

La seconda tentazione ha come oggetto il potere, tutti i regni della terra in cambio dell’adorazione del diavolo. Avere potere sugli altri, contare di più, sgomitare per avere i primi posti, ambire a luoghi di comando… è una storia vecchia quanto il mondo, i più abili in questo campo diventano dominatori delle masse, riescono a imporre al popolo la loro volontà. Penso a Mussolini che annuncia dal balcone di Piazza Venezia l’entrata in guerra dell’Italia a una folla acclamante… Uno potrebbe dire: questo tipo di tentazione non mi riguarda, vivo tranquillo la mia vita. Ma non basta, ogni cittadino ha il diritto/dovere di prendere la parola, denunciare gli abusi e le falsità dei potenti, opporsi con gli strumenti della democrazia a soprusi, menzogne e uso strumentale del potere da parte delle autorità.

La terza tentazione, quella che chiede a Gesù di buttarsi dal punto più elevato del tempio di Gerusalemme per farsi soccorrere dagli angeli, riguarda il modo di intendere la fede, o piuttosto il potere religioso. Di tutte le religioni, compresa la nostra. La storia della Chiesa è costellata di abusi di potere e accumuli di ricchezza da parte di autorità religiose, non per niente nel corso del giubileo del 2000 San Giovanni Paolo II chiese perdono per i peccati della Chiesa. Una storia purtroppo non finita, basta solo pensare alle tristi e attualissime vicende di preti e vescovi che hanno abusato di minorenni.

A tutte le proposte mirabolanti del diavolo, Gesù risponde citando la Parola, “sta scritto”: un buon metodo per ciascuno di noi su come rispondere alle piccole o grandi tentazione sempre in agguato, badando bene di non sentirsi esenti da questa drammatica e reale possibilità. È stato giustamente detto che uno dei più efficaci espedienti diabolici è quello che satana ci faccia credere che lui non esiste!

A conclusione del brano, il diavolo che si allontana da Gesù per ritornare “al momento fissato”. Quel momento sarà la croce: allora, come racconta Luca, a Gesù sarà chiesto – di nuovo per tre volte – di scendere dalla croce per dimostrarsi davvero Figlio di Dio. Ma Gesù è sulla croce e sulla croce rimane proprio perché la nostra salvezza è possibile solo in virtù del dono totale di sé fino alla morte di croce: il contrario di possedere la propria vita, difenderla, combattere con le loro armi i nemici; origine della salvezza è donare, spossessarsi di sé fino a non avere di proprio più niente, neanche il corpo e il sangue. Alla fine sul Calvario come all’inizio nel deserto la proposta del diavolo è sempre prendere, tenere per sé, dominare, acquistare gloria e onore. L’opposto della logica di Gesù, che è il dono totale, l’essere umiliato e annichilito.

Proviamo a seguire Gesù nel deserto per arrivare fin sotto la sua croce.

Buona domenica, buona Quaresima!

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